lunedì 25 gennaio 2010

A cinque minuti di macchina...



A cinque minuti di macchina il paesaggio urbano si fa differente e le persone anche. Per tutti quelli che ripetono che le classi sociali non esistono piu´(e sono in molti a dirlo anche qui) proporrei una gita pomeridiana nei sobborghi vicini. Io dico che non solo esistono ma si materializzano nei corpi e negli sguardi.

Noi abitiamo in un semplice appartamento in affitto, niente di che quindi, ma nella zona ci sono anche ville e villette piuttosto costose e assolutamenete non alla portata di tutti.In questo quartieri c´e´anche una ICA (equivalente del CONAD) che ha la reputazione di essere la piu´costosa (ne sa qualcosa il nostro portafoglio) ma anche la migliore di tutta la citta´. Ed in effetti le prelibatezze non mancano. Il negozio e´ ben fornito, pulito, luccicante, le merci ben disposte, i corridoi spaziosi, la clientela ben vestita e le commesse gentili e ben truccate.

Poi mi capita di andare all´ICA di un quartiere vicino. Stessa catena. Altro mondo. Qui e´tutto piu´stretto, molto piu´in disordine, le cassiere ti salutano a mala pena, la gente sembra essere invecchiata prima del tempo. Il quartiere ha ovviamente la reputazione di essere uno dei peggiori in cui vivere (forse il peggiore in assoluto). Vittima anch´esso di esperimenti architettonici degni di un regime folle, conglomerato di gente fuggita da persecuzioni che ora si ritrova un ghetto tutto suo, di autoctoni senza lavoro che si arrangiano come possono, di mamme stanche e spesso single, di giovani che frequentano una scuola (nel migliore dei casi)che con grande probabilita´non li portera´a nulla se non ad aggiungersi alle file della disoccupazione giovanile (che almeno dara´lavoro ai burocrati stampo sovietico del collocamento svedese).

Spesso non c´e´bisogno nemmeno di prendere la macchina, basta una strada per dividere due mondi. E se c´e´una cosa che gli svedesi amano domandarti e´dove abiti e che lavoro fai.Perche´li comincia la sottile (nemmeno tanto) linea di distinzione e demarcazione per definire l´altro. Spesso poi non c´e´nemmeno bisogno di disturbarsi nel formulare queste domande..basta guardare.

4 commenti:

  1. Assolutamente, un post molto vero. E' assolutamente cosi in Svezia, quartieri per svedesi ed altri per gli immigrati. E lo vedi subito, nelle persone, i negozi etc... C'e' anche da dire, pero', che i quartieri "per immigrati" sono in genere tranquillissimi, nessuno ti fa niente, anche se ad una prima visione di sembra di essere su Marte :D E si trovano anche negozi di verdura e di cibo interessanti. Pero' sono in generale dei posti non molto belli.

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  2. Sí, é proprio cosí anche per quel che ho visto anch'io. Una curiositá sulle nostre ICA: quella migliore (prezzi bassi e scelta ampia, anche di cose un po' etno) é quella del quartiere degli studenti universitari, vicino al campus, in un quartire pieno di studenti, studenti stranieri, famigliole svedesi, professori e ricercatori un po' da tutto il mondo. Un bel mix.

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  3. Anche qui i negozi degli immigrati sono spesso a prezzi migliori. E sopratutto con frutta che ha il sapore vagamente di frutta :)

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  4. gli svedesi sono degli xenofobi pazzeschi. celebre il "vi gillar olika". perchè anche quelli non razzisti ci tengono a dirti che comunque sei "olika". terra dannata. spero di andarmene molto presto.

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